P.Francesco Perri...Pascuale Scura

27.01.2015 08:30

P  Nato a Vaccarizzo nel 1792, Pasquale Scura, insigne magistrato, fu chiamato da Garibaldi, dopo l’impresa dei Mille, quale ministro di Grazia e Giustizia. Qualche anno prima aveva conseguito il grado di procuratore generale, aderendo al Circolo costituzionalista, incarico che lo fece cadere in disgrazia agli occhi del re Ferdinando di Borbone.ASQUALE SCURA di Vaccarizzo Albanese

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

A CURA DI FRANCESCO PERRI/ PASQUALE SCURA/ GLI ALBANESI IN ITALIA

 


 
 
Francesco Perri
(a cura di)
Pasquale Scura
Gli Albanesi in Italia
Lepisma 2012
 
 
Pasquale Scura fu, pur nell’impegno costante e faticoso della sua attività professionale (da Sostituto Cancelliere a Alto Magistrato), un acuto saggista. Fu autore di due note biografie su Giovannandrea Serrao e sui Fratelli Filomarino Della Torre.  Scura fu autore, altresì, della fortunata e breve storia su “Gli Albanesi in Italia”. Non vi è autore, studioso e appassionato di studi albanesi che, nell’accingersi a scrivere sulla storia, pensiero, tradizioni e costumi degli Albanesi nei secoli, non abbia avuto modo di citare lo studio di Pasquale Scura. Si tratta di un saggio essenziale per chi voglia conoscere, approfondire e proseguire lo studio di questo lungo, faticoso e complesso cammino di un popolo che è, purtroppo, sempre in continuo, costante andare.
 
Ora questo saggio è riproposto in una pregevole veste grafica nel volume curato da Francesco Perri (Pasquale Scura, Gli Albanesi in Italia, Lepisma, Roma 2012). Il testo è facilmente consultabile anche grazie all’Indice Luoghi  e all’Indice Nomi che chiudono il lavoro. Il Curatore chiarisce, in una breve ma essenziale Premessa, i motivi che lo hanno condotto alla pubblicazione e si avvale di una dotta Prefazione di Dante Maffia.
 
Ma non è tutto. Il saggio di Scura per la prima volta è tradotto in lingua albanese. Il libro ha due volti simboleggiati dalle due copertine in ambedue le lingue. Sulle copertine il tricolore italiano in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e il Logo dei 100 anni dell’Indipendenza dell’Albania (1912-2012). A tale proposito Francesco Perri ha voluto ringraziare S.E. l’Ambasciatore Sig. Llesh Kola per aver autorizzato l’uso del Logo dei Festeggiamenti.
 
Come è facilmente intuibile questo lavoro è, in un certo senso, il completamento dell’altra ricerca di Perri e pubblicato in due edizioni lo scorso anno, sempre per Lepisma, “Pasquale Scura – L’Italia una e indivisibile – la sua vita attraverso i documenti”.
 
Nel libro, che l’autore dedica alla moglie, non mancano i ringraziamenti: all’A.S. Promotion di Vaccarizzo Albanese per aver contribuito alla realizzazione e alla stampa del volume; all’Associazione Arbitalia; ad Albana Alia per l’attenta traduzione dei testi, a Tatjana Naska per la collaborazione; a Francesco Altimari, Anton Nike Berisha, Dante Maffia e Giovanni Pistoia.
 
“Mai – scrive Maffia nella Prefazione – bisognerebbe dimenticare da dove veniamo se veramente vogliamo percorrere un cammino che abbia una meta. I luoghi che hanno visto nascere i nostri antenati devono restare sacre icone della nostra immaginazione e quindi della nostra linfa vitale, perché soltanto con il patrimonio dei padri si può pensare di costruire un futuro che abbia odore e grandezza universale”.
Anche questa fatica di Francesco Perri ha il merito di contribuire a cementificare la memoria e l’amore verso i propri luoghi e la propria storia. “Questo lavoro – dice Perri – nasce da una motivazione profonda: dare un contributo al mio paese natio, Vaccarizzo Albanese, al quale mi sento profondamente legato”.

Pasquale Scura

Personaggio legato alle lotte risorgimentali per la liberazione del Regno di Napoli. Nato a Vaccarizzo Albanese il 24 Aprile 1791, fu avviato alla carriera giudiziaria e fu giudice in vari tribunali. Cadde in disgrazia per aver aderito al “Circolo Costituzionale Lucano” nel 1848 e per aver messo sotto accusa il prete Vincenzo Peluso, fanatico borbonico. In seguito a questi motivi politici venne destituito da ogni incarico e perseguitato, inoltre, per sfuggire al carcere fu costretto ad esiliare a Genova e poi a Torino. Dopo la vittoria dei Mille, rientrato in Calabria ricoprì vari ed importanti incarichi sotto il governo Garibaldi. Fu “Ministro Guardasigilli” e dettò la formula del Plebiscito di Annessione del Regno di Napoli al Regno d’Italia. Morì a Napoli il 13 gennaio del 1868. In sua memoria il paese ha intitolato una strada e la Scuola Media e nel 1911, sulla facciata principale di palazzo Cumano, allora sede del Comune, i Vaccarizzioti hanno apposto una lapide commemorativa.